L’attualismo, sulla base delle
conquiste fondamentali fatte dalla filosofia moderna, da Cartesio a Kant ad
Hegel, e non per una suggestione spiritualistica, o per una concessione alla
psicologia imperante, colma la distanza che la concezione comune interpone tra
noi, come esseri pensanti, e il mondo che ci sta dinanzi. Detto in modo molto
semplice, l’attualismo ritiene che la realtà, tutta la realtà, trova esistenza
e fondamento soltanto nel concreto pensare dell’uomo. E’ vero che in tale visione, questo pensare
umano capace di tanto, non può essere identificato con i singoli uomini, in
quanto essi stessi facciano parte del mondo, rimanendo, con il nascere e il
morire, nel contesto di esso; ma l’attualismo ha l’ardimento speculativo di
affermare che nel pensiero di ciascun essere pensante, pur contestualizzato
nella situazione che è propria a ciascuno, si esprima però un unico vero e
grande pensare. Ed è soltanto grazie a questo pensare, il quale si realizza
tuttavia in, o meglio, realizza ogni singolo atto pensante dell’uomo, che noi
ci troviamo immersi nella realtà in cui viviamo e di cui facciamo parte. Realtà
che ad una prima e immediata riflessione sembra sovrastare e determinare
la nostra fragile piccolezza di esseri
viventi, ma scrutata da vicino mostra invece la sua intimità al nostro pensarla
perfino quando più s’impone nella logica ferrea delle sue necessità più dure e
stringenti. Ciò che poi risponde ad un’aspirazione recondita dell’animo umano e
dell’umana ragione, quella cioè di potersi rendere conto della realtà come la
nostra propria realtà in cui immediatamente sentiamo di vivere e di operare. E
come d’altra parte sa l’uomo più semplice e sappiamo tutti, quando non ci
sentiamo distaccati dal mondo a chiederci cosa esso sia, ma ci immedesimiamo
nell’attualità della vita a risolvere il problema che ci preme e a svolgere
l’impegno che soddisfarà le nostre esigenze.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.